di Giorgia Brugnerotto
Dopo le tante iniziative di “amatriciana solidale” estemporanee e di raccolta fondi per i luoghi colpiti dal sisma, arriva il momento di ripensare ad un piano strutturale di risollevamento dell’economia.
Prima del terremoto, in zona Amatrice-Accumoli erano attive 400 imprese. Ad oggi ancora non si hanno i numeri ufficiali di quante hanno chiuso i battenti, di quante sono ancora attive e di quelle che cercano disperatamente di risollevarsi. Occorre lavorare in sinergia tra istituzioni (camera di commercio e associazioni di categoria) e terzo settore, al fine di ri-creare o creare ex novo filiere di produzione e fare in modo che il tessuto economico (e di conseguenza sociale) dei paesi colpiti non si sgretoli. Nel nostro lavoro di volontariato post-terremoto abbiamo incontrato molte aziende che non conoscevamo, e seguito quelle con cui già eravamo in rapporti prima del disastro e da cui compravamo prodotti attraverso il nostro gruppo di acquisto Gastribù.
C’è chi ha perso tutto, c’è chi non c’è più e ha lasciato dietro di sé un’azienda senza più nessuno che se ne possa occupare, chi ha bisogno di foraggio per l’inverno, chi ha scelto di chiudere, chi vorrebbe ricominciare ma non ha i soldi per comprare le attrezzature, chi ha bisogno di un container perché deve rimanere a vivere vicino agli animali e non vuole vivere in tendopoli, chi ha bisogno di nuovi clienti perché prima lavorava con un turismo che difficilmente ci sarà nell’immediato, chi ha l’attività ferma ma vuole mettere la propria manodopera o i propri macchinari a disposizione di chi ne ha bisogno.
Insomma, c’è tutto un mondo fatto di persone, dolori, voglia di ricominciare, bisogni urgenti e meno urgenti, di cui possediamo solo fotografie frammentate che devono trovare posto in un mosaico più grande.
La confartigianato di Rieti ha diffuso la notizia che si sono costituiti due comitati di imprenditori ad Amatrice e ad Accumoli per fare il punto della situazione e studiare delle soluzioni da mettere a breve in atto per far ripartire le attività economiche. Noi con la nostra piccola onlus reatina Postribù, abbiamo scelto di sostenere le piccole imprese locali, cercando ove possibile di soddisfare i loro piccoli bisogni, come quello di un boscaiolo, a cui il terremoto ha strappato un figlio di 12 anni, e che per continuare a sostenere la famiglia serve urgentemente una nuova motosega. O come il Consorzio dei Pastori della Laga, che per vendere il loro prodotto aveva ideato un evento di turismo sostenibile basato sul viaggio della transumanza, ospitando turisti da tutta Italia e facendo vivere direttamente la vita pastorizia di montagna; oggi i turisti non ci sono più, ma il formaggio si continua a fare e c’è tutta la filiera da ricostruire. Abbiamo diffuso il loro appello e le iniziative a sostegno di alcune produzioni locali, come il caseificio storico amatriciano Petrucci, la cooperativa bio di Illica (Accumoli) Rinascita 78, l’azienda bio Casale Nibbi, piccole gocce nel mare di azioni che d’ora in avanti bisognerà sostenere affinché questi luoghi di montagna tornino a vivere.
Riferimenti web:
Consorzio di tutela dei pastori dei Monti della Laga: TransumanzaAmatrice